La Sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), uno dei disordini endocrini più comuni della donna in età riproduttiva (8-18%), può presentarsi in maniera molto eterogenea, con iperandrogenemia e correlato fenotipo (acne, irsutismo, alopecia), anovulatorietà cronica, oligo-amenorrea, ridotta fertilità e complicanze nel corso di gravidanza.

Inoltre, il 22% circa delle pazienti affette da PCOS tendono a sviluppare obesità centrale ed insulinoresistenza, con conseguente iperinsulinemia compensatoria.

L’insulino-resistenza protratta per anni porta le persone affette da PCOS a essere sottoposte a un rischio maggiore di manifestare, nel corso della loro vita, patologie quali diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, ipertensione.

Nel caso della sindrome dell’ovaio policistico è stato dimostrato che il calo ponderale fino al conseguimento del normopeso, accompagnato da una corretta alimentazione e un adeguata attività fisica, migliori il quadro metabolico e ormonale favorendo il ripristino delle condizioni fisiologiche.

L’alimentazione deve essere a basso carico glicemico, riso, pasta e pane integrali in alternativa ai corrispettivi raffinati , la cottura deve essere al dente.

Aumentare il consumo dei legumi come alternativa ad altri secondi piatti, abbinandoli eventualmente ai cereali creando dei piatti unici; consumare sempre una porzione di verdura all’interno del pasto, limitare il consumo di patate, consumare max 2 porzioni giornaliere di frutta.

Evitare i dolci contenenti zuccheri facilmente disponibili (caramelle, torte, creme e confetture, biscotti, bibite gasate, succhi di frutta…)